Il tavolo e la seduta, gli strumenti, schermo, tastiera e mouse,i materiali e l’illuminazione determinano le caratteristiche della postazione di lavoro per le attività a casa, in ufficio, a scuola ed in relazione a quelle di svago o di riabilitazione. L’assetto della postazione di lavoro è basato su principi generali e know-how di tipo ergonomico.
La postazione al videoterminale deve essere realizzata in modo che l’operatore possa mantenere una postura corretta, che non causi traumi al sistema muscoloscheletrico e che non comporti un eccessivo affaticamento della vista. Per ottenere questo sono state date delle indicazioni generali, che sono presenti sia nel DLgs 81/08 che nelle norme tecniche. Per quanto riguarda la posizione della schiena e delle braccia: l’operatore seduto al piano di lavoro deve poter mantenere la schiena diritta, sorretta da un adeguato appoggio lombare, le braccia devono essere verticali, senza che vi sia la necessità di tenere le spalle sollevate, gli avambracci devono poter restare orizzontali, paralleli al piano di lavoro, appoggiandosi su questo o sui braccioli, e le mani sono parallele sulla tastiera, che deve essere abbastanza ampia da non costringere a piegare i polsi lateralmente; nel caso di uso del mouse deve esserci la possibilità di un appoggio dell’avambraccio, evitando in ogni caso l’appoggio. Il sedile deve essere regolato in modo che sia sostenuto il tratto lombare, che deve formare un angolo con la seduta di 90-100°. Al di sotto del piano di lavoro i piedi devono avere uno stabile appoggio, eventualmente grazie all’uso di un poggiapiedi regolabile, mantenendo un angolo di 90 gradi alla caviglia, e le ginocchia devono formare un angolo di 90° tra cosce e gambe. Comunque al di sotto del piano deve esserci sufficiente spazio perché durante il lavoro sia possibile cambiare posizione, distendere le gambe, muovere le caviglie, eccetera.
Lo schermo del monitor deve essere all’interno del campo visivo, non ai suoi estremi. E’ importante posizionare lo schermo in modo da avere una adeguata e confortevole distanza di visione. Le indicazioni legislative e le norme tecniche definiscono una distanza ottimale come compresa tra i 50 e i 70 cm: la definizione di questa distanza è scaturita dalla necessità di permettere una buona discriminazione dei caratteri sullo schermo, ma mantenere lo stesso abbastanza lontano da non richiedere una forte convergenza degli occhi, che affaticherebbe i muscoli oculari.
La possibilità di spostamento e di variazione della posizione sono gli aspetti principali legati al buon assetto della postazione di lavoro. Queste caratteristiche sono necessarie per evitare disturbi professionali legati alla scorretta postura e sono i requisiti fondamentali di buone postazioni di lavoro. Il movimento e la variazione sono particolarmente importanti per gli utenti con disabilità funzionali; chi lavora dalla sedia a rotelle ha spesso problemi nei movimenti.
Per persone con disabilità funzionali, che incontrano difficoltà nel cambiare la posizione di lavoro, l’equipaggiamento della stessa può contribuire a facilitare l’attività, l’indipendenza e la variazione perché consente diverse postazioni a seconda dell’attività da svolgere.
Per persone con disabilità visive la postura inclinata e la troppa vicinanza allo schermo può creare problematiche posturali e affaticamento del muscolo oculare. Bisogna dunque riesaminare tutti quelli che sono gli standard convenzionali e procedere con la determinazione di una postazione personalizzata volta al benessere e all’ergonomia del lavoratore con caratteristiche e fisiche o sensoriali diverse dalla norma.
Di seguito vengono riportati alcuni parametri regolabili da considerare in relazione a strutture anatomiche, funzioni e ausili di supporto:
- Altezza piano di lavoro: statura; eventuale sedie con ruote; limitazione altezza negli arti superiori
- Altezza schermo: limitazioni nel movimento del collo; statura; accomodazioni per preferenze
- Posizione mouse destra/sinistra: arti mancanti o con limitata mobilità; destrorsi o sinistrorsi; preferenze
- Posizione mouse altezza: limitazioni nella possibilità di sollevamento degli arti; preferenze; statura
- Supporti per braccio /polso: distrofia avambracci; movimenti involontari e tremori; utilità di supporto e di riferimento
- Spazio fisico tra piano lavoro ed eventuali sedie mobili e braccioli: corporatura; possibilità in estensione degli arti superiori; presenza di eventuali ausili
- Altezza piano seduta: statura; conformazione arti inferiori
Quanto identificato dal concetto standard dell’ergonomia per le categorie dei normodotati risulta poco attuabile per le persone con disabilità. In caso di ipovisione, ad esempio, le distanze consigliate dello schermo del videoterminale porterebbero un lavoratore con un campo visivo ristretto ad assumere una posizione di lavoro scorretta e scompensata.
Per evitare il verificarsi di queste situazioni, è importante sottolineare l’importanza i un servizio di supporto all’inserimento lavorativo per individuare gli interventi specifici individuali più opportuni.
Saranno da privilegiare tutte le soluzioni comuni e di minor impatto, fruibili da tutte le persone, anche non disabili, ad esempio:
- per indicare un tragitto, è preferibile inserire un normale corrimano piuttosto che la “pavimentazione LOGES” specifica per disabili visivi, che presenta alcuni svantaggi di installazione;
- per identificare un ufficio, è preferibile utilizzare targhe con numeri e lettere “a rilievo”, piuttosto che quelle in alfabeto braille.
Aspetti critici degli ambienti, ai quali porre attenzione nei primi giorni di inserimento, sono:
- le scale, soprattutto quelle in discesa, perché difficilmente individuabili a distanza con i sensi residui;
- l’illuminazione della postazione di lavoro per gli ipovedenti che, a seconda della propria situazione visiva, sapranno indicare le condizioni ottimali da creare. Inoltre, il tempo di lavoro al videoterminale deve essere considerato e determinato in base alla valutazione individuale della patologia, garantendo le opportune pause durante l’attività.
Altri comportamenti o suggerimenti particolarmente utili per una buona integrazione del lavoratore disabile visivo sono:
- ogni cosa al suo posto: tenere in ordine e bene organizzati gli spazi di lavoro è necessario per agevolare il disabile visivo al ritrovamento dei materiali, ma in realtà risulta un vantaggio per tutti;
- evitare di abbandonare oggetti: sensibilizzare tutti i dipendenti e possibilmente anche i fornitori a non collocare, neppure temporaneamente, pacchi, materiali vari, sedie o altri potenziali ostacoli nei passaggi. Se occorre, è meglio aver cura di posizionare gli ingombri ai lati e in ogni caso avvisare la persona a prestare maggior attenzione. Non è solo una buona norma per la sicurezza, ma anche un contributo al decoro dell’azienda;
- evitare le brutte sorprese: avvisare sempre in caso di variazioni o chiusure lungo i percorsi abituali, ad esempio nel caso di manutenzione o lavori che riguardano scale e ascensori, “cantieri” interni o esterni (es. la ripavimentazione di un vialetto). Anche in questi casi, è cortesia ma anche necessità avvisare del disagio e suggerire percorsi alternativi e sicuri;
- evitare prese elettriche sporgenti a pavimento; cavi elettrici e materiali devono essere raccolti con canaline e ganci a muro per ridurre il rischio d’inciampo.
Nell’ambito lavorativo l’utente con disabilità visive dovrebbe avere tutto l’occorrente per poter svolgere al massimo delle sue potenzialità i propri compiti e raggiungere in autonomia i propri obiettivi. I vari ausili necessari per una postazione accessibile dipendono strettamente da quello che è l’ambito di interesse e le modalità del lavoro. Variano dunque da persona a persona. Consideriamo, a titolo di esempio, solo due dei casi più comuni:
- Utente ipovedente che lavora con documenti su carta stampata;
- Utente ipovedente che lavora come videoterminalista e adopera documenti esclusivamente tramite PC.
Nel primo caso si renderà necessario un Video Ingranditore, ovvero uno strumento in grado di ingrandire fogli e documenti da leggere e amplificare il contrasto tra lettere e sfondo. In questo modo il contenuto di un foglio di carta A4 diventa totalmente fruibile nonostante il basso residuo visivo. All’occorrenza, qualora i documenti si dovessero rivelare molto lunghi da leggere, per non affaticare la vista è possibile ricorrere ad un Video Ingranditore di ultima generazione che al suo interno integri anche un software di sintesi vocale. Con questo strumento l’utente ha modo di leggere il testo ingrandito avendo anche come aiuto la sintesi vocale che supporta e facilita la lettura del documento. In base alle esigenze di spazio e praticità, il Video Ingranditore può essere da tavolo (postazione fissa) oppure portatile (trasportabile nella borsa da lavoro).
È altrettanto comune che un utente ipovedente riscontri particolare beneficio nell’utilizzo di un tablet per ingrandire i documenti. Ciò si spiega poiché, oltre al residuo visivo, in ipovisione si valuta anche l’ampiezza del campo visivo. Qualora il residuo visivo sia relativamente buono ma il campo visivo risulti molto limitato, potrebbe essere controproducente dotare l’utente di un ausilio con uno schermo da 20 o 24 pollici. In questi casi (molto più frequenti di quello che si potrebbe pensare) potrebbe risultare più efficace avere un ausilio con uno schermo più piccolo, che permetta la visualizzazione del testo ingrandito in uno spazio ridotto e più facilmente esplorabile, considerato il campo visivo ridotto.
Nel secondo caso ci sarà bisogno di un ausilio informatico che trasformi un tradizionale computer in un PC totalmente accessibile. A tale scopo sarà necessario disporre di un Software di ingrandimento per lo schermo del computer. I Software ingrandenti sono estremamente intuitivi e dall’utilizzo immediato, poiché ingrandiscono qualsiasi cosa compaia sullo computer tramite comandi molto semplici.
Per impartire il comando nel modo più veloce possibile, inoltre, lo schermo del PC può essere touch screen: ciò bypassa l’utilizzo del puntatore del mouse, spesso difficile da localizzare in presenza di residuo visivo basso. Allo stesso modo del Video Ingranditore, qualora sia necessario, il computer accessibile può anche essere dotato di sintesi vocale, il che permette di leggere documenti anche molto lunghi senza affaticare la vista. È doveroso precisare che la sintesi vocale a cui si fa riferimento in caso di ipovisione è molto diversa dalla sintesi vocale che adoperano, invece, i non vedenti. Nel caso di utenti ipovedenti, la sintesi fa da supporto al residuo visivo senza però sostituirlo, ma piuttosto sostenendolo. I non vedenti, al contrario, necessitano di una sintesi vocale molto più presente e “invasiva” necessaria all’utilizzo dell’ausilio senza il supporto della vista e del mouse.
Per supportare questi software, il PC dovrebbe avere alcune caratteristiche minime che permettano velocità e fluidità del sistema: un processore di classe i3 o superiore e un hard disk di classe SSD. L’utilizzo di computer condivisi non è peraltro raccomando in quanto le impostazioni dei diversi utenti sovrapporsi inficiando la funzionalità dei software. La configurazione di un ausilio che integri tutte queste funzionalità può risultare complicata e lasciare spazio a molti errori di valutazione. Per ovviare a questa criticità sono nati ausili completi che integrano tutte le funzioni in un’unica macchina dalle prestazioni elevate.
Si tratta di postazioni PC (fisse o portatili) completamente accessibili, dotate di tutti gli hardware e software che si rendono necessarie nell’attività lavorativa quotidiana. È importante, intatti, non sottovalutare l’impatto che l’ausilio ha sull’attività del lavoratore anche in termini di ingombro e, volendo, estetica della postazione.
Nell’ottica dell’inclusione nella vita sociale sul posto di lavoro è importante che l’utente si senta integrato nel contesto dello studio o ufficio e va messo in condizioni tali per cui l’ausilio non sia un ostacolo o un’ulteriore barriera. Non dimentichiamo, inoltre, che l’utente potrebbe trovarsi nel mezzo dell’evoluzione della patologia causa dell’ipovisione e dunque non accettare l’ausilio proposto in quanto troppo diverso da quello a cui normalmente abituato. Ricordiamo che ogni particolare che a noi può sembrare superfluo, è spesso tenuto in grande considerazione da una persona con disabilità visive.
La tecnologia negli ultimi anni prende in grande considerazione questo aspetto della vita lavorativa, tendendo a considerare valide soluzioni sempre più “discrete” che l’utente accetti di buon grado. Ne sono esempi:
- i sistemi OCR in grado di convertire documenti cartacei in formato word. Tramite questi sistemi, i documenti elettronici possono essere gestiti dal computer con software ingrandente, ed essere facilmente modificati e/o compilati a seconda delle necessità;
- OrCam, che consiste in un nuovo sistema di riconoscimento e lettura dei testi con sintesi vocale che si esplica mediante una micro fotocamera magnetica ancorata sulla stanghetta di un occhiale. La fotocamera scatta su richiesta una foto del documento posto davanti l’obiettivo e, discretamente, procede nella lettura del testo direttamente all’orecchio dell’utente. All’occorrenza, inoltre, se all’utente non serve leggere l’intero documento, ma solo una parte di esso, può indicare con il dito il puto specifico in cui vuole che OrCam inizi a leggere. La fotocamera provvederà ad acquisire solo la parte di documento indicata con il dito e leggerà il testo fino alla fine.
Tutti gli ausili informatici sono estremamente personalizzabili, in base alle specifiche esigenze dell’assistito. Tali esigenze devono essere valutate in base all’età, capacità e richieste dell’utente, e le soluzioni devono essere accuratamente valutate da un medico oculista specializzato in ipovisione o da un centro di riabilitazione visiva. E’, inoltre, fondamentale la figura di un esperto del settore (programmatori e/o ingegneri informatici che operano nel campo delle disabilità e che conoscano le problematiche di accessibilità dei sistemi) che conosca bene i sistemi di cui sopra, che sappia proporre soluzioni che si adattino, nei limiti del possibile, alle specifiche richieste espresse.